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A CLAUDIO VILLA (ORIGINAL SOUND) (1991)
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DEBASER.it
recensione di SUPERPLYTNT
album: A Claudio Villa (Original Sound)
valutazione: 4/5
VOTA GRONGE! Io non ci penserei un attimo…
“A Claudio Villa (Original Sound)” (1991), questo terzo LP dell’ensemble romano continua il percorso già avviato con “Fase di rigetto” (1986). A mio avviso un piccolo gioiello della scena underground nostrana.
Il disco si apre con la title track; una cover-omaggio in chiave industrial de “La luna nel Rio” del conterraneo Claudio Villa, urla e drum machine martellanti si fondono con i cori leggeri dell’original (sound). Violini, sfiatate, urli, chitarre e tastiere à la Public Image Ltd. continuano il percorso ne “Città assediata”. La lunghissima “Crepusque” (oltre 14 minuti) è una cavalcata senza fiato, quasi prog, azzarderei, che si ferma e poi riparte, con percussioni degne del miglior industrial e campionamenti di chissà quale film. Ma non siamo ancora al tramonto… “Profezia” (vedi “Città assediata”) è post-punk puro! “Ritual” e “La rivolta degli intestini” non sono altro che un degno continuo di “Crepusque”. Il disco si chiude con la fantastica “Vita di un frullatore”, probabilmente la traccia che si avvicina di più ad uno schema convenzionale di canzone; è la storia drammatica di un frullatore che viene gettato via, da dove traspare tutto il disagio, l’anima e lo spirito di plastica ed acciaio di questo “gruppo”.
Che dire… trovate questo disco, se ci riuscite… non sarà facile… e dopo averlo trovato ascoltatelo, amatelo e poi uscite e fate i sboroni con tutti quelli che non li conoscono.
Una realtà troppo spesso dimenticata quella dei Gronge, purtroppo!
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FASE DI RIGETTO (1986)
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DEBASER.it
recensione di Under
album: Fase di Rigetto
valutazione: 3/5
Avete voglia di ascoltare qualcosa di diverso? Siete appassionati di qualunque tipo di musica che non sia la “commerciale”? Siete cultori dell’alternative italiano? Sareste disposti a sentire un disco che magari suona un pò datato, ma non troppo perchè era decisamente avanti sui tempi quando uscì nel lontano 1987? Bene, questo è il disco che fa per voi…
Stranissimi questi Gronge e allucinante, in particolare, questo loro primo disco, “Fase Di Rigetto”, in verità il loro unico album che sono riuscito a “trovare” e quindi ad ascoltare. Attitudinalmente punk, questo gruppo romano si apre musicalmente in ogni direzione ed è stato tra i protagonisti dell’autoproduzione e della scena indipendente-underground nostrana negli anni ’80. Non è facile ascoltare questo album a causa di suoni inconsueti, “avanguardieristici”, imprevedibili, che si nutrono di New-Wave e a volte sfociano nel rumorismo. Vogliono colpire i Gronge e lo fanno direttamente mirando alle nostre menti e sensazioni, sperimentando e comunicando il loro disagio e la loro volontà di uscire dall’ordinario sia attraverso la musica che i testi, crudi e rabbiosi, ansiosi e claustrofobici, fortemente emotivi e ricchi di scorci metropolitani. E’ difficile qualificarli nettamente, l’elettronica si fonde al punk in una struttura musicale scarna ed essenziale, con basso elettrico dominatore, batteria e synth, accompagnati da una voce femminile che non lascia spazio a liberi assoli.
Uno dei primi e forse unici gruppi italiani Industrial?